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Trieste, Friuli Venezia Giulia, Italy | Company

Past Production Reviews

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Ariadne auf Naxos, Strauss
D: Paul Curran
C: Enrico Calesso
https://www.operaclick.com/forum/viewtopic.php?f=1&t=28183

..la bellissima lèttone Margarita Vilsone, al suo debutto in Italia, padrona, in aggiunta all'accattivante gioco scenico, d'una grande espressività vocale e di quella freschezza giovanile di timbro che a me riesce naturale desiderare nel suo personaggio.

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Die Zauberflöte, Mozart
D: Ivan Stefanutti
C: Beatrice Venezi
Trieste - Teatro Verdi: Die Zauberflote

Gradevoli le prestazioni delle Tre Dame (Francesca Bruni, Eleonora Filipponi, Antonella Colaianni)

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08 December 2023www.operaclick.comP. Bullo
Tosca, Puccini
D: Hugo De Ana
C: Christopher Franklin
Recensione Seria di Tosca

(…)Molto interessante la prestazione di Alfredo Daza nei panni (scomodissimi) di Scarpia, di cui ha reso la violenta perfidia con accenti insinuanti ma sottotraccia, privi di un’acclarata volgarità che mal convivrebbe con un potentato esponente della nobiltà romana. Uno Scarpia autorevole e autoritario al contempo, insomma, che forse sono esattamente le caratteristiche del personaggio.(…)

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05 March 2022amfortas.wordpress.comAm Fortas
Madama Butterfly, Puccini
D: Alberto Triola
C: Francesco Ivan Ciampa
Trieste, Teatro Verdi – Madama Butterfly

Evgenia Muraveva convince nella parte di Cio-Cio San; se “Spira sul mare e sulla terra” non è dei migliori a causa di un vibrato piuttosto ampio, già dal dialogo successivo, “Gran ventura”, ritrova il pieno controllo del proprio strumento e la recita è tutta in crescendo. La voce non è potentissima, se ne apprezza il timbro ambrato soprattutto nei medium, ma è ben sostenuta da una buona tecnica che le permette di spaziare in un’ampia gamma dinamica e di non forzare mai negli acuti. Forte di un’ottima dizione, riesce a scandire bene le parole, sottolineandone accenti e significati. Si mantiene lontana da ogni eccesso o tentazione verista, e offre il meglio di sé proprio nella cura dei dettagli: più del corretto “Un bel dì vedremo”, sono momenti come la scena della lettura della lettera, la presa di consapevolezza dell’”Ah, m’ha scordata” – soffocato, eppure cantato – il colore di singole frasi come “Diedi pianto alla zolla” o “Tutto è morto per me”, che fanno della sua Butterfly un personaggio pienamente riuscito, credibile e coinvolgente.

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03 October 2021www.connessiallopera.itStefano Bisacchi
Madama Butterfly Teatro Verdi Trieste

Il secondo cast in scena in questo allestimento è visivamente credibile e vocalmente dotato, composto da giovani che promettono molto bene. Grandi applausi per Federica Vitali, una Cio-Cio-San giovane e bella, appassionata e in grado di regalare un’interpretazione dell’aria “Un bel dì, vedremo” che andava dritta al significato delle parole.

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Il barbiere di Siviglia, Rossini
D: Massimo Luconi
C: Francesco Quattrocchi
Trieste: un buon Barbiere in un “Verdi” sguarnito

Giuseppe Esposito, che è un sapido Fiorello

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03 December 2021www.lesalonmusical.itRino Alessi
La Bohème, Puccini
D: Carlo Antonio De Lucia
C: Christopher Franklin
Bohème Teatro Verdi Trieste

“e del baritono Leon Kim,… che assieme al soprano Federica Vitali, una Musetta di gran piglio, han dato vita alla verve tutta bohemien. Per loro gli applausi più scroscianti” Monica Ferri (Radio punto zero)

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www.radiopuntozero.itMonica Ferri, Radio punto zero
Bohème Teatro Verdi Trieste

“Una bella ragazza di vent’anni…molta civetteria, un pochino di ambizione e nessuna ortografia…Delizia delle cene del Quartiere Latino”. Federica Vitali l’ha brillantemente incarnata con una verve spumeggiante che si è “rubata” il favore e gli applausi del pubblico negli abiti dell’Angelo azzurro nella scena con Alcinodoro al caffè Momus che la vede, infine, trasformata in una Marianna, portata in trionfo, avvolta dalla bandiera francese .” Flaviano Bosco – instArt 2023

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www.instart.infoInstArt 2023 - Flaviano Bosco
Le nozze di Leonardo, Di Pofi
D: Morena Barcone
C: Andrea Certa
Trieste Teatro Verdi Le Nozze di Leonardo

Ottima la prova di Nicolò Ceriani nel ruolo di Bernardo Bellincioni: tenuta vocale, fraseggio accurato, ricchezza di accenti e scavo psicologico lo riconfermano professionista di rilievo. La giovane Tonia Langella è Cecilia Gallerani a cui presta un timbro mezzosopranile di indubbio fascino, sebbene la dizione non consenta una facile comprensione del testo, mentre nel registro medio basso la voce risulti a tratti difficile da sentire. Canta tuttavia con raffinata musicalità ottenendo un applauso a scena aperta al termine della sua aria. Buone anche le prove di Claudia Urru che convince nel suo intervento come Isabella d’Aragona, nonostante un timbro che tende a farsi aspro verso il registro acuto e di Miriam Carsana quale Beatrice d’Este. Completa il cast la brava Ilaria Zanetti a cui è riservato un breve duettino con Bernardo. Andrea Certa dirige l’orchestra del Teatro Verdi con attenta partecipazione e cura del dettaglio, cogliendo della partitura la variegata ricchezza di spunti melodici e impasti timbrici.

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28 October 2019www.connessiallopera.itStefano Bisacchi
Macbeth, Verdi
D: Henning Brockhaus
C: Fabrizio Maria Carminati
Gli specchi di Svoboda per Macbeth

A dieci anni dalla prima dell’allestimento co-prodotto dal Teatro di Trieste e dalla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, il Macbeth verdiano torna al Teatro Verdi di Trieste in una versione che nasce da una commistione tra l’edizione originale del 1847 e la seconda elaborata per Parigi nel 1865. La regia, firmata da Henning Brockhaus, mantiene intatto tutto il suo fascino, immergendo l’ascoltatore in un’esplorazione della psicopatia che caratterizza non solo i protagonisti del dramma shakespeariano ma, in modo latente, tutti noi. Lo si capisce quando sul palco cala un pannello a specchio che riflette diagonalmente sulla scena una parte del teatro. Il celebre regista tedesco esalta la dimensione notturna dei personaggi, regno dell’inconscio e dell’intuizione visionaria di cui le streghe sono un’incarnazione. Emergono così le fratture psichiche di Macbeth e della moglie, le oscure morbosità di potere generate da un profondo vuoto affettivo.Poco per volta le personalità di Macbeth e della moglie si sgretolano, vittime della loro stessa malvagità, e i pannelli scenici essenziali ideati da Josef Svoboda, suggestivamente illuminati, si rivelano essere una proiezione dei turbamenti che travolgono i coniugi assassini. Giovanni Meoni restituisce con grande duttilità vocale il profilo interiore di un Macbeth fragile, oscillante, vittima delle manipolazioni della moglie. Sempre più perverso nell’ascesa al potere, rivela al tempo stesso un’anima scissa dal senso di colpa, tormentata dall’ossessione del passato e del futuro, preda di visioni mostruose e schiaccianti. Un essere straordinario, per certi versi, capace di evocare e dialogare con creature demoniache come le streghe che parlano attraverso simboli e predizioni. Analogo dualismo pervade Lady Macbeth, interpretata dal carismatico soprano veneziano Silvia Dalla Benetta. La sua personalità inizialmente forte e prorompente, divorata dalla sete di dominio, un po’ alla volta si incrina, cedendo al peso della colpa che la precipita nelle allucinazioni sonnamboliche e nell’autosoppressione.Intensa in entrambi gli interpreti la cura dei declamati e l’attenzione ai diversi tipi di emissione vocale sia nelle parti cantate che in quelle recitate; particolarmente evocativi i sussurrati che lasciano intravvedere le sfumature più rarefatte e indicibili dell’anima.Il coro, preparato da Paolo Longo, viene valorizzato come autentico protagonista del dramma verdiano. Convince sia nelle fantasmagorie delle streghe, segreto motore drammatico dell’opera, ben evidenziato anche dalle scelte coreografiche curate da Valentina Escobar, sia nelle dolorose meditazioni collettive, invocanti giustizia e restaurazione di un perduto senso morale. Nulla sembra infatti salvarsi in questo illusorio regno delle apparenze, ove tutto si dissolve e appare inafferrabile come un ologramma cangiante, talvolta ingoiato magicamente dallo sfondo. La luce del bene però alla fine si impone grazie al coraggio dei personaggi positivi.A Banco dona verità umana la pastosa voce di Dario Russo; Antonio Poli in Macduff si distingue per limpidezza e finezza del colore mentre Gianluca Sorrentino in Malcolm sfodera potenza e vigore.Filippo Maria Carminati sorregge con sicurezza e sotto la sua guida l’orchestra acquista in trasparenza, snellezza, ampiezza dinamica ed energia.

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Knyaz Igor, Borodin
D: Stanislav Gaudasinsky
C: Igor Chernetski
Trieste - Verdi Theater: Prince Igor'

Prince Igor' by Aleksandr Porfir'evič Borodin is one of those works, little represented everywhere, which is worth seeing both for its intrinsic artistic value and - and perhaps even more - because they are the mirror of a cultural climate in many ways peculiar: that of the birth of a Russian operatic vein, with roots well planted in popular tradition. In this sense, the director Igor Chernetski hit the mark, also thanks to the formidable performance of the choir and aVerdi Orchestra which, despite some inevitable flaws in live performances, confirmed itself as a solid team, with an exuberant character, but also ready to implement the indications of the podium. And, as it was easy to predict, it was precisely the episode of the dances that was most popular with the public. The Polovtsian Dances are the best-known page of the opera and the contribution of the chorus and corps de ballet are a notable added value, such as to make one (almost) forget that it is a scene that defining kitsch is a very vague understatement. In the singing company Alexey Zhmudenko 's imposing Igor shone for authority and burnished timbre , very well in part also from the scenic side. Dmitry Pavlyuk 's performance was less focused , a little too over the top in the characterization of Galitzky, whose more noble and less reckless side he didn't catch. On the whole, Anna Litvinova 's Jaroslavna is discreet and, incisive in phrasing and nonchalant on stage, in the face of a luxuriant central register, she revealed some episodic intonation shifts and a couple of adventurous high notes. Very good, despite the certainly not captivating timbre, Vladislav Goray , interpreter of Igor's meek son, Vladimir. The tenor has shown good technical skills and an almost yesteryear way of delivering . Incisive Viktor Shevchenko, Kontchak menacing and grim but also capable of melancholy retreats.

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08 February 2019www.operaclick.comPaolo Bullo
https://www.connessiallopera.it/recensioni/2019/trieste-teatro-verdi-il-principe-igor/?fbclid=IwAR0sC18iggw3NM_EaJ_PjBS8Pexzsn-rjyH-cF6tY6FrFZgqp7UApE8S_5w

Finally, after a long absence, a rather rare title returns to Trieste, not only for the Teatro Verdi , where it was performed only three times, the last two of which were very close, in 1980 and 1983, but in general for the Italian stages: that Prince Igor' by Aleksandr Porfir'evič Borodin which constitutes one of the founding titles of Russian melodrama. If Russian opera was born out of the dual thrust of reaction to the court environment, originally, and on the wave of romantic nationalism, certainly the choice to bring to Italy, together with the company, the staging of the Odessa National Academic Theater of Opera and Balletit takes the form of an all-round cultural operation, a museum in the noblest sense of the term, since it takes us to the heart of that tradition that the author and the Group of Five wanted to rediscover and from which they themselves drew. Anna Litvinova , a strong lyric voice, who can count on a not very rich but varied dynamic, lent to an intense and careful phrasing; she always sings well projected in the mask and makes herself heard even in crowd scenes without ever straining, standing out in particular for the interpretation of the fourth act aria (here second scene of the second). The profligate and traitor Galitzky is played by Dmitry Pavlyuk, nice bass-baritone timbre not very comfortable in the high register, but musically impeccable. The tenor Vladislav Goray in the role of Vladimir Igorevich shows off skilled mezzo-voices and a confident technique, against a not very beautiful timbre; however, he gives the audience one of the most applauded performances, rightly so, of the evening. A particular note should also be made to the aforementioned couple Skulà and Eroshka played respectively by Yuri Dudar and Alexander Prokopovich, excellent both vocally and scenically in their roles of deserters, drunkards and turncoats, however bearers of a cunning that is believed to be typical of the peasant and which saves their lives. All traits that render excellently, respectful of the musical phrase, without ever lapsing into jokes or excess. Things are going just as well in the Polovtsian field, thanks to the beautiful mezzo-soprano voice of an excellent Kateriyna Tsymbalyuk in the part of Konchakovna, seductive both in the aria and in the duet with the tsarevich, and to Viktor Shevchenko 's Kontchak , a young bass with a beautiful sound and a soft emission even in the low register, sonorous without being forced or swallowed. In more marginal parts they do not disfigure Viktor Muzychk like Ovlur,Irina Kamenetskaya as Nurse and Alina Vorokh, a Polish girl.

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09 February 2019www.connessiallopera.itStefano Bisacchi
Pagliacci, Leoncavallo
D: Daniele PiscopoVíctor Garcia Sierra
C: Fabrizio Da RosValerio Galli
World Premiere
A Trieste un’eccezionale prima mondiale

...il lavoro respighiano è stato efficacemente messo in scena con la regia, set e costumi di una delle figure emergenti della regia lirica italiana di questi anni, Daniele Piscopo, in uno spettacolo di grande effetto.

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21 June 2022www.corriere.caSebastiano Bazzichetto
“Al mulino”, sentimenti veristi per l'opera inedita di Ottorino Respighi

.. Decisamente ammirevole è nel suo insieme lo spettacolo messo in piedi da Daniele Piscopo: gli dobbiamo regia, scenografia e costumi. Curatissima e realistica la singola recitazione, dinamico il movimento degli insiemi, molto belli i costumi, scenografia unica pertinente e saggio impiego di video proiezioni. Teatro allo stato puro, il suo, drammaturgicamente denso e scenicamente intrigante.

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17 June 2022www.teatro.itGilberto Mion (Teatro.it)
Il re pastore, Mozart
D: Elisabetta Brusa
C: Felix Krieger
IL RE PASTORE HA CHIUSA CON SUCCESSO LA STAGIONE LIRICA 2014

(...) Buona la prova dell’orchestra a cui Felix Krieger ha saputo imprimere una direzione e concertazione di brillantezza ritmica e freschezza inventiva, ben sottolineando le diverse voci, dal veemente accompagnamento degli archi ed il loro colorito cupo, come nell’aria “Sol può dir come si trova”, ai fiati ed al cello. Un dialogo strumentale raffinato in perfetta armonia con la compagnia di canto (...)

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www.eliconie.infoMaria Luisa Runti
Trieste - Teatro Verdi: Il Re pastore

(...) Felix Krieger, sul podio di un’eccellente Orchestra del Verdi che si è confermata compagine di ottimo livello, ha diretto con grande attenzione alle esigenze dei cantanti ma allo stesso tempo mantenendo un certo vigore interpretativo. Bella l’Ouverture e ben sottolineate – senza clangori – le atmosfere cangianti dell’opera, in continuo alternarsi tra serenità elegiaca e trattenuto eroismo. (...)

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